lunedì 24 dicembre 2012
domenica 23 dicembre 2012
Christmas Tour 2012 - Milano, Piazza Affari
...21 dicembre: mi contatta l'amico Davide di RadioBau e mi dice: "Fra, siete liberi il 22 o il 23 dicembre?" ... "Il 22 siamo a Portogruaro, il 23 è buona" gli rispondo...
"Cosa ne pensi di un concertino in piazza Affari a Milano?"
"Dico che fa freddo..." (e mi si gelano le vene al pensiero: oramai, quando si parla di concerti di Natale all'aperto, il primo pensiero è: SCAPPA!, n.d.r.)
"E' per dei miei amici che organizzano una cena per i senzatetto...ecco, questo è il numero di Stefano, chiamalo e fatti spiegare..."
...cena per i senzatetto...in effetti, questo aspetto mette un po' in secondo piano il freddo che potremmo patire noi, cantando per un'ora e mezza al freddo con quello che patiscono queste persone meno fortunate di noi, che VIVONO nel freddo!
Chiamo Stefano, e pronti via, gli do il mio ok, senza consultare i ragazzi del coro, ma ricattandoli o facendoli ricattare, con "stile", poichè dopo una quindicina di date in successione, un concerto annunciato due giorni prima della data in pieno periodo shopping, e in quella che viene chiamata dai più "l'antivigilia", può essere messo sicuramente in discussione.
In ogni caso, raccolgo nove adesioni, cui si aggiungono Marco Guerzoni e Hernan Brando, come solisti.
Una tavolata immensa, per permettere a circa duecento persone di cenare e brindare al Natale in arrivo, nata dalla collaborazione tra l'ente no profit MIA, MilanoInAzione e la Fondazione ARCA; una bellissima iniziativa, per permettere a queste persone meno fortunate di noi di dimenticarsi per un paio d'ore del loro mondo, per condividere un momento di aggregazione, all'insegna del corriso e della cordialità...
E noi...che come sempre abbiamo fatto il nostro "dovere", che - devo essere sincero - è stato foriero di emozioni molto forti...perchè, posso davvero dire che il pubblico dei commensali è stato caldissimo, partecipe, e ha ballato, cantato, battuto le mani con noi con uno slancio e un abbandono che ha avuto un effetto alquanto dirompente: non c'era mediazione di emozioni! Tutto quello che si percepiva era vero, sincero...era uno sfogo ed un momento di pura allegria.
E ironica la postazione...ironica quanto bella...raramente si vedono cori gospel cantare con alle spalle un enorme dito medio....ad maiora...
sabato 22 dicembre 2012
Christmas Tour 2012 - Portogruaro
...penultima data del Christmas Tour 2012, in quel di Portogruaro. Portati a destinazione dal nostro autista di fiducia Gianluca, dopo quelle 5 orette di viaggio in pullman arriviamo a destinazione al centro Commerciale Adriatico2, dove veniamo adeguatamente nutriti...dopo qualche giro di shopping prenatalizio (il Tour è stato così lungo ed impegnativo che molti di noi hanno deciso di assolvere alla pratica dello shopping, facendo acquisti in itinere), abbiamo cominciato a portare il nostro materiale audio in loco...
...ridiamoci su...
E' sempre difficile "tirare dentro" il pubblico di un centro commerciale...Nei centri che ci conoscono e frequentiamo da qualche anno, inserendoli come tappe nei nostri Christmas Tour, oramai intasiamo le gallerie...e anzi, ci aspettano e ci chiedono tramite facebook o il sito, o le nostre caselle mail, quando arriveremo...qui eravamo assolutamente nuovi...abbiamo posto le basi per gli anni prossimi, pur limitati dal fatto che, per ragioni di spazio non abbiamo montato le aste e cantavamo microfoni alla mano...vuoi mettere avere le mani libere?
però devo anche ammettere che è stato veramente bello che una non meglio identificata signora, mentre montavamo l'impianto ci è venuta a chiedere...ma voi...siete la Corale Valla quella che ha cantato il Jingle di Radio Montecarlo?
p.s.: battere le mani ed elevarle al cielo...è GOSPEL!
venerdì 21 dicembre 2012
Christmas Tour 2012 - Motta Visconti, Cinema Teatro Arcobaleno
Una foto su tutte a descrivere questa fantastica serata nel CineTeatro arcobaleno di Motta Visconti.
Teatro bellissimo...ci dobbiamo ritornare assolutamente, pubblico bello e partecipe, che non ci ha abbandonati un attimo, nonostante non fosse numeroso quanto avremmo voluto, causa nebbia e gelo terrificanti là fuori...ma i nostri cento partecipanti al concerto battevano le mani e cantavano con noi come fossero tre volte tanto...questo è il Gospel!
La Corale Valla on line su RMC TV!
E dopo il travolgente concerto al palazzo dei Congressi di Arona, una altra bellissima notizia per noi...e anche qui...preme ricordare che certe cose si fanno solo grazie a persone speciali che ti aiutano a rendere possibile i tuoi sogni e le tue idee!
Avuta l'idea di eseguire dal vivo il Jingle di RMC, trasformandolo in un brano della durata ci circa 3 minuti, e facendolo cantare da tutti i nostri solisti: Hernan, Claudia, Marco e Stefy; e impreziosendolo ulteriormente con un assolo di chitarra del fantastico Luca Colombo (mi si perdoni se ho una specie di venerazione per questo professionista nonchè amico), abbiamo realizzato il video, e Radio Montecarlo lo ha messo on line su RMC TV!
Se cliccate QUI, potete visionare il Video su YouTube (mi raccomando, mettete un bel MI PIACE), se invece cliccate QUI, potete vedere l'episodio in streaming su RMC TV!
La regia del Video è di Marco Rognoni.
L'audio engineering (semplicemente un Left+Right...più avanti arriverà l'audio ufficiale mixato) è opera di Corrado Poli.
Le luci sono progettate e gestite da Ivano Baroni.
Tutto l'impianto tecnico audio/luci sul palco è supervisionato e gestito da Corrado Poli.
LIVE IN ARONA 2012 - JINGLE NATALIZIO 2012 DI RADIO MONTECARLO
Audio: Corrado Poli, Cristian Merli
Luci: Ivano Baroni
Regia Video: Marco Rognoni
mercoledì 19 dicembre 2012
martedì 18 dicembre 2012
domenica 16 dicembre 2012
sabato 15 dicembre 2012
venerdì 14 dicembre 2012
giovedì 13 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
lunedì 10 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
sabato 8 dicembre 2012
venerdì 7 dicembre 2012
La Corale Valla canta il Jingle natalizio di Radio Montecarlo!
Una emozione nuova e unica ha travolto i ragazzi della Corale Gospel Lorenzo Valla, quando sono arrivate via mail a Francesco le tracce del Jingle Natalizio di Radio Montecarlo, per valutare la fattibilità di farle cantare dal coro e dai solisti Hernan Brando e Stefania Martin.
Questa emozione, la voglia di farsi conoscere, di far sentire gli sforzi profusi da tutti e i passi da gigante che sta facendo il gruppo, alla ricerca di una identità nuova e spiccata, hanno fatto sì che, nonostante l'imminente Tour Natalizio, tutti sacrificassero il tempo libero rimasto a disposizione, per poter confezionare un prodotto all'altezza di una Radio di primissimo livello quale è RMC.
E così è successo che:
- Francesco ha realizzato in una notte gli arrangiamenti per i cori;
- Laura, Giulia e lo stesso Francesco hanno realizzato un provino veloce, per sentire come suonassero gli arrangiamenti;
- Stefania ha registrato la propria parte solista a Bologna, per poi inviare i file audio a Francesco;
- Hernan, con i suoi orari vampireschi, ha registrato la propria parte solista nel suo studio;
- I coristi tutti, mettendo da parte impegni di lavoro, tempo da dedicare ai propri interessi, in due giorni, a rotazione, sono andati a registrare le loro voci nello studio di Hernan!
- Hernan ha mixato tutto il lavoro, per poi girarlo a Francesco, che ha mandato i file del Jingle a RMC...
Tutto questo in tre giorni tre...è questa la forza di un gruppo che si pone un obiettivo comune. E' questa la forza della Corale Valla OGGI.
Ed ecco alcuni dei ragazzi del coro nella camera elicoica dello studio di Hernan...ragazzi...vabbè...
dopotutto ci chiamiamo ancora "Corale Universitaria"...
dopotutto ci chiamiamo ancora "Corale Universitaria"...
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Alberto...alla sua "prima volta"! |
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Elena, la memoria storica del coro |
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Flora |
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Micky, visibilmente emozionata quanto felice! |
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Charlotte, la nostra English teacher, nonchè Pietra miliare dei Contralti! |
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Sarina |
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Silvia con la piccola Shanti, assistente di Studio! |
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Jenny, con la piccola Mathilde |
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Sarah e Barbara! |
La gioia che ha travolto tutti, quando è arrivato il sì, e soprattutto quando il jingle ha cominciato a girare, due o tre volte all'ora su Radio Montecarlo è stata immensa...fa strano sentirti su una frequenza nazionale...fa strano accendere la radio, magari in macchina o in compagnia di amici e dire: "Questi siamo noi..."!
E' stata una esperienza nuova, unica, e i nostri sforzi saranno nella direzione di ripeterne di analoghe al più presto!
GRAZIE A TUTTI!
lunedì 3 dicembre 2012
CHRISTMAS TOUR 2012 APPROACHING!
Ed eccoci qui, in prossimità dell'inizio del Christmas Tour 2012! Un tour natalizio pieno di novità, con una formazione corale rinnovata, rimodulata su nuovi standard, su una nuova linea artistica, che vuole far avvicinare sempre di più il suono delle voci del coro a quello di "quelli veri" che dimorano negli USA...e così, via la sezione dei bassi, arrangiamenti "appesi" in alto, per soprani, contralti e tenori, tantissimi bemolli nelle partiture, intensificazione dei Masterclass con il nostro Tony Guerrieri, intensificazione delle prove e...primi risultati che già arrivano alle orecchie di chi ascolta.
C'è una novità molto importante in tutto questo, che verrà svelata l'8 di dicembre...che è un premio per i ragazzi del coro, dopo un anno intensissimo di lavoro, partito con il NeveEndinGospel Tour 2012, e perfezionatosi con il CHRISTMAS TOUR 2012 imminente.
Accanto al coro, si alterneranno in qualità di solisti i nostri amici Hernan Brando, Claudia D'Ulisse, Marco Guerzoni e Stefania Martin.
Il repertorio di quest'anno comprende classici natalizi, brani irrinunciabili del nostro repertorio e alcuni inediti scritti dal direttore artistico della Corale, Francesco Mocchi, che è fermamente intenzionato, visti i risultati che si stanno raggiungendo, di far ripartire l'avventura discografica del gruppo, ferma al 2009, ("A Different Taste", ed. WCMI).
"Happy Xmas" (©John Lennon)
"I believe I can fly" (©R Kelly)
"I feel Go(o)d" (©Francesco Mocchi)
"I Smile" (©Kirk Franklin)
"It's christmas time" (©Francesco Mocchi)
"Lord you are good" (©Israel Houghton)
"My desire" (©Kirk Franklin)
“My
life is in your hands" (©Kirk Franklin)
"Oh Happy day - Madness Version" (©Francesco Mocchi)
"Set me free" (©Francesco Mocchi)
"Shackles" (©Mary Mary)
"Shake" (©Francesco Mocchi)
"Silent
night" (©Francesco Mocchi)
"Trust" (©Francesco Mocchi)
"Victory" (©Yolanda Adams)
"White
Christmas" (©Francesco Mocchi)
"You
raise me up" (©Josh Groban)
Le tappe del Christmas Tour 2012 sono le seguenti:
7 dicembre 2012 - Garlasco (Pv), Teatro Martinetti - ore 21:15
8 dicembre 2012 - Aprilia (Lt), Centro Commerciale Aprilia2 - ore 16:30
9 dicembre 2012 - Roma, Centro Commerciale Euroma2 - ore 16:30
10 dicembre 2012 - Chiari (Bs), Salone Marchettiano - ore 21:15
13 dicembre 2012 - Pavia (Pv), Galleria "L'Arte17" del Maestro Gigi Viciani - ore 21:00
14 dicembre 2012 - Zeccone (Pv), Palestra della scuola - ore 21:15
15 dicembre 2012 - Voghera (Pv), Chiesa de' Frati - ore 21:15
16 dicembre 2012 - Novara (No), Centro Commerciale San Martino - ore 16:30
18 dicembre 2012 - Arona (No), Palacongressi - REGISTRAZIONE DEL DISCO LIVE! - ore 21:00
19 dicembre 2012 - Monzoro di Cusago (Mi), Abbazia di Santa Maria Rossa - ore 21:30
21 dicembre 2012 - Motta Visconti (Mi), CinemaTeatro Arcobaleno - ore 21:15
22 dicembre 2012 - Portogruaro (Ve), Centro Commerciale Adriatico - ore 16:30
Vi aspettiamo...numerosi, as usual...
potete anche seguirci sulla nostra PAGINA FACEBOOK , come del resto sul nostro ACCOUNT TWITTER......e a brevissimo sarà on line il nostro nuovo e sfavillante sito internet all'indirizzo www.coralevalla.com
domenica 18 novembre 2012
NeverEndinGospel Tour 2012 - Liberiamo gli animali dai circhi
Invitati a partecipare a questa lodevole iniziativa dall'Amico Davide Cavalieri di RMC, ci siamo prestati senza indugio ad accorrere in sostegno di questa manifestazione per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla tematica "animali nei circhi".
Ed ecco che ora anche noi potremmo dire "abbiamo cantato alla Scala"...o meglio di fronte alla Scala...ma non c'è da guardare sempre al dettaglio....chissà...magari un giorno...
Ed eccoci, all'angolo di Palazzo Marino, intonare "My life is in Your Hands"...12 esseri umani intunicati, esposti al freddo di una domenica novembrina milanese. Nulla in confronto a concerti all'aperto in serata inoltrata come quelli tenuti negli anni scorsi durante i Christmas Tour.
Con noi anche Hernan e Claudia, qui ripresi mentre eseguono "I believe I can fly"; bisognerebbe poter fotografare stati d'animo, quando il coro e i nostri due cantanti cantano questo brano nella versione di Yolanda Adams...
Dopo Palazzo Marino ci siamo spostati al Parco Indro Montanelli, ex zoo...anche lì abbiamo cantato...peccato che all'improvviso il gruppo elettrogeno ha smesso di vivere...
Ma noi...incuranti del freddo e dell'umidità oramai sopraggiunti...non abbiamo fatto altro che spostarci davanti ai microfoni e cantare a cappella "Shackles" e "Lord You are good", per terminare comunque la nostra esibizione...that's all folks...
Grazie a Marianna Sala e Davide Cavalieri che ci hanno coinvolto in questa iniziativa; e grazie a Yari, che ci ha fornito un concreto supporto tecnico nella realizzazione di tutto. A breve si partirù con il Christmas Tour 2012...ne vedremo delle belle!
domenica 16 settembre 2012
NeverEndinGospel Tour 2012 - Mai Dire Bau - Parma
...il pieghevole dell'evento...
La postazione del coro
"Sì, viaggiare"
"Il tempo di morire"
Laura, Giulia, Stefy, Roberta, Marco
...uno scorcio di coro...
"You raise me up"
"My life is in your hands"
martedì 3 luglio 2012
Le nostre interviste - LORENZO POLI
Con
lui mi è successo quello che in genere capita solo coi “grandi”...
con i veri “grandi”: mi preparo per alcuni giorni alla sua
intervista, leggo e ascolto materiale in internet, mi informo su
tutto ciò che può riguardare la sua carriera artistica, cerco di
carpire informazioni sulla persona, provo a farmi un’idea del
carattere, mutuata anche da un breve incontro che ci ha visto insieme
ad una cena lo scorso anno, preparo una scaletta delle domande che so
che verrà puntualmente stravolta in fase di dialogo... insomma,
faccio più o meno quello che si fa in genere quando ci si appresta a
incontrare un artista, un professionista di un dato settore, in
questo caso quello musicale. E non faccio mistero anche di una buona
dose di emozione e soggezione che mi è stata appresso nel breve
tragitto da casa mia a casa sua. Arrivo nel suo studio e due fugaci
minuti dopo, la sua gentilezza, la sua disponibilità, la sua
semplicità mi hanno già fatto scordare di tutto quello che sfavilla
intorno al suo curriculum, nomi illustri, stadi gremiti, Sanremo....
e mi sembra di essere a conversazione con un amico di vecchia data,
con cui è tanto tempo che ho voglia di parlare, di confrontarmi, e
da cui so che mi accomiaterò più ricco di quanto lo fossi prima di
rivederlo. Già, e una parte di questa ricchezza la voglio donare
anche a voi...
Lorenzo,
quando e come nasce il tuo rapporto con la Corale e in generale col
mondo del Gospel?
Ho
conosciuto Francesco la prima volta in occasione di una sostituzione
per un una serata. Non ricordo se a chiamarmi e a parlarmi del
progetto fu Pino di Pietro piuttosto che Marco Mangelli... Ricordo
che appunto c’era la necessità di un bassista e fu fatto il mio
nome. Conoscevo già la Corale Valla e l’attività dei ragazzi,
sebbene non avessi mai preso parte attivamente a questo genere
musicale prima di allora, a parte forse qualche esperienza sporadica
in contesti molto meno strutturati artisticamente, di cui tra l’altro
non ricordo quasi nulla. Poi in seguito il rapporto si è consolidato
e Francesco mi ha fatto ascoltare e conoscere molti pezzi e molte
realtà che fanno Gospel a grandissimi livelli, oltre oceano
soprattutto. Ma la possibilità di fare esperienza nel Gospel
italiano, in un certo modo e con un progetto artistico e anche
discografico ben definito, la devo proprio ai ragazzi della Corale.
Senti,
e il tuo rapporto con la musica, più in generale, è nato grazie ad
una folgorazione, ad un incontro improvviso con uno strumento, con
una canzone, con un musicista... oppure si è sviluppato più
gradualmente?
Mi
sono avvicinato al mondo della musica in maniera graduale e
assolutamente naturale, perché vengo da una famiglia di musicisti.
Pensa che mia nonna è stata una pianista, era diplomata in
pianoforte e in canto, era soprano, e ti dico che all’epoca, quando
era giovane, non ebbe vita facile in tal senso, stiamo parlando di
decenni e decenni fa... Mia mamma invece ha sviluppato la vena
artistica in un senso più vasto, dedicandosi non solo alla musica ma
anche alla scrittura, alla pittura, ha fatto la bambolaia, è una
autrice di testi di canzoni e di racconti, insomma è un’artista
poliedrica. Per cui fin da piccoli, io e mio fratello, abbiamo
respirato aria di musica, grazie alla nonna che iniziò presto a
insegnarci un po’ di solfeggio, e alla mamma che suonando la
chitarra, ci fece venire voglia di prendere in mano uno strumento
musicale. Devo dire che la conoscenza della musica dei miei genitori
fece si che fin da subito, per quanto il primo approccio maturò un
po’ per gioco, lo studio avvenisse in maniera corretta e seria,
grazie alla scelta di validissimi maestri come Giancarlo Dalla Casa,
il mio primo maestro di chitarra classica e Luigi Costa, maestro di
fisarmonica per mio fratello.
E
il basso, quando è entrato in gioco?
Beh,
sempre grazie alla mamma, che ci ha sempre detto che un bravo
musicista deve saper suonare un po’ di tutto. I dischi che si
ascoltavano in casa, di ogni genere e di ogni epoca, mi fecero venire
voglia di conoscere e capire tutti gli aspetti musicali di ciò che
ascoltavo, tra cui il basso, uno strumento che in genere si sente
meno, che rimane più lontano rispetto allo spettro della voce, nel
complesso dell’esecuzione, e che di conseguenza risulta sempre un
po’ più “sotto”, ad un ascolto profano”, rispetto agli altri
strumenti, a meno che qualcuno non ti faccia notare la sua
presenza... Poi la conoscenza e lo studio si sono via via
approfonditi. Ricordo che mio fratello comprò il primo quattro piste
a cassette che uscì in commercio, nel ‘78 o ‘79, e con quello
registravamo le basi in casa, con la chitarra, la batteria
elettronica e le tastiere, solo che mancava sempre il basso, a meno
che non usassimo la chitarra scordata!!! -
ride-
Sicché a un certo punto decidemmo di comprare anche il basso, e
quando iniziai a suonarlo, fu subito innamoramento...
1982 - una delle prime registrazioni in Studio
Dobbiamo
ringraziare anche tuo fratello allora...
Per
la tua musica, per il suo aspetto creativo, che cos’è fonte di
ispirazione? La religione, l’amore per la vita... c’è una
componente, diciamo, “ispirazionale” alla base della tua cifra
artistica?
Assolutamente.
Sono di carattere una persona molto credente, ho una fede molto
solida, sebbene non l’abbia mai coinvolta nella mia musica e abbia
cercato di tenere le due cose separate. Invece mi sono sempre
adoperato per fare musica con vitalità, qualunque cosa mi sia
trovato a scrivere e suonare negli anni. L’aspetto “vitale” e
non statico del suonare, l’aspetto emotivo hanno sempre
contraddistinto la mia ricerca musicale, l’esperienza che ho
maturato. E me ne sono reso conto col passare degli anni,
inizialmente era più un meccanismo spontaneo, che solo col tempo si
è consolidato ed è diventato il principale obiettivo per cui faccio
quello che faccio, specialmente nella fase creativa del fare musica,
che è la cosa più bella, per quanto mi riguarda.
A
tale proposito, tu hai lavorato con grandissimi nomi della musica, in
trasmissioni televisive importanti, nell’ambito di produzioni e
contesti musicale prestigiosi in cui sei stato protagonista in quanto
bassista... ecco, come si può coniugare, in questo frangente
musicale, l’aspetto creativo, ispirato... con quello tecnico, con
la componente più squisitamente “turnistica”, che spesso non
consente una profusione libera di creatività e individualismo?
Guarda,
io sono sempre stato abituato a suonare con gli altri e per gli
altri, per cui la mia priorità non è mai stata quella di far
emergere la mia presenza, la mia individualità. E’ poi ovvio che
qualunque strumento tu suoni una parte di te emerga comunque. Ciò a
cui aspiro, quando suono, è suonare bene il basso nel contesto della
canzone, accompagnando bene i musicisti con cui lavoro. Quello che
serve, in un brano, è una linea di basso decisa, piuttosto che un
bassista estroso o dotato di una personalità particolarmente
evidente. Quando poi suoni con artisti che hanno alle spalle decenni
di carriera e venti o trenta dischi, la tua creatività e il tuo
individualismo si devono un po’ mettere da parte a favore della
visione di insieme, di un linguaggio artistico già di per sé
individuale e presente, che tu sei semplicemente chiamato ad
accompagnare ed arricchire. La particolarità, in questo caso, non
deve mai essere più importante di una bella suonata, corretta e
precisa. Se posso usare un paragone un po’ machista: una donna
particolare, non bellissima ma originale, può piacere come non può
piacere. Una donna oggettivamente bella, piace sempre e comunque e
mette d'accordo tutti... -
ridiamo, lui più di me però... -
La
storia del basso è molto recente: parliamo di uno strumento che ha
una cinquantina d’anni di vita e che si è sviluppato in maniera
strettamente correlata alla storia della canzone, al concetto di
accompagnamento musicale, al percorso che fatto il Rithm'n'Blues...
Per cui il suo mondo, il suo linguaggio sono molto vicini a noi
contemporanei e c’è, nel musicista, ancora molta sete di
conoscenza ed esplorazione dello strumento in sé, ma in rapporto
alla canzone, alla melodia con cui interagisce. Quando ci si
allontana troppo dalla sua componente più tradizionale, più
tecnica, si rischia di apparire fuori luogo. Per carità, ho
conosciuto bassisti straordinari che hanno intrapreso un percorso di
ricerca molto personale e assolutamente degno di rispetto, che ha
portato alla definizione di nuovi stili e ha allargato molto il
linguaggio dello strumento. Strumento riguardo al quale, però, io
sono più un tradizionalista.
Per
tornare alle grandi personalità della musica italiana con cui hai
lavorato, tra cui Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Franco Battiato,
Renato Zero... cosa ti hanno “lasciato”, di più, queste
conoscenze che immagino siano state estremamente formative e
pregnanti non solo sul piano artistico ma anche su quello personale?
Sono
tutti artisti eccezionali. Musicalmente parlando, Ron è uno di
quelli che mi ha fatto appassionare di più per via della sua
straordinaria capacità di tramutare in note gli aspetti emotivi,
qualità che ogni artista dovrebbe possedere e che Ron ha sviluppato
in maniera particolare ed estremamente raffinata... Renato Zero...
beh... è un artista immenso, di una completezza straordinaria, è in
grado di far uscire arte da tutti i pori, oltre che essere un
cantante eccezionale. Con Renato tra l’altro ho fatto il mio primo
turno, ho avuto la mia prima esperienza importante, quando avevo
vent’anni e mi sentivo uno scricciolo dinanzi a una montagna...
Vasco
Rossi è un “purosangue”, un artista che si è sempre espresso
con la sua musica e che ha sempre avuto la capacità di convogliare
nelle canzoni le emozioni della gente, il sentire popolare...
insomma, posso dire di aver preso parte a straordinari momenti di
creatività artistica, di cui mi reputo un fortunato testimone.
Ecco,
c’è qualcuno che nella realtà è diverso da come appare, nel bene
e nel male?
Si...
c’è qualcuno che predica bene e razzola male! Anche se devo
riconoscere che a sbagliare sono stato spesso io, specie nel passato
quando ero più giovane; sono rimasto deluso quando ho cercato
qualcosa di più di una collaborazione artistica, con alcuni dei big
con cui ho lavorato, e ho ricevuto molto meno, sul piano personale ed
umano, di quello che mi aspettavo... ma, ripeto, sono io che a volte
ho frainteso e mi sono esposto troppo nel cercare di tirare fuori non
solo la musica, ma anche i sentimenti, con tutti i rischi che la cosa
comporta. Non sempre la persona che hai davanti è disposta a
corrispondere a questa cosa, al tentativo di far nascere un’amicizia,
e questo vale per ogni ambito lavorativo e con ogni tipologia di
persona con cui ti ritrovi ad interagire. E più ti esponi, più alte
sono le aspettative. Col tempo ho imparato a dosare di più quello
che metto sul “piatto”, al margine della componente musicale e a
prescindere dalla notorietà delle persone con cui lavoro. E’
capitato e capita, a volte, che dalla collaborazione professionale
nasca anche un’amicizia, ma sono consapevole che non è sempre
possibile, e quindi cerco sempre di non avere un’idea a priori su
come potrebbe svilupparsi un rapporto. Con Ruggeri ad esempio è nata
una splendida amicizia. Enrico mi ha insegnato moltissimo sul fronte
musicale e importante è stato anche l’arricchimento umano che è
derivato da un rapporto che dura davvero da una vita.
E
ti è mai capitato il contrario, ovvero di aver avuto un’idea
negativa di una persona, piacevolmente smentita, poi, al momento
della conoscenza diretta?
Certo,
è capitato anche questo, a dimostrazione del fatto che non bisogna
mai sviluppare preconcetti sulla scorta delle dicerie o delle voci di
corridoio. Non dimentichiamoci che quando si fa musica, quando si fa
arte, la posta in gioco è molto alta: metti a disposizione degli
altri, condividi con altri artisti, la tua anima... da cui ciascuno
ne trae qualcosa, nel bene e nel male. Quando si decide di
intraprendere una collaborazione, le esperienze e le voci di qualcun'
altro contano poco, perché il rapporto che ciascuno di noi è in
grado di instaurare con chiunque, è personale e soggettivo, e
l’esperienza che io ho avuto con un dato artista, famoso o meno,
può essere diametralmente opposta rispetto a quella di qualcun
altro. Quando si tratta di lavoro, e di Arte, bisogna fare
affidamento solo sulla propria onestà intellettuale, e sul ventaglio
di possibilità e opportunità che offre un' interazione tra
professionisti, e prima ancora tra essere umani.
Stiamo
parlando di un mondo estremamente complicato in cui, da quanto mi
dici, si riesce a coniugare bene professionalità e amicizia ma con
il giusto equilibrio tra coinvolgimento emotivo e distacco
professionale...
Assolutamente.
A volte si riesce, a volte no. Se tra musicisti c’è un rapporto di
amicizia, perché, come nel caso dei Sottosopra, si suona insieme da
più o meno gli stessi anni, si sono fatte esperienze in ambiti
condivisi, si è cresciuti insieme... il fare musica ne risente in
positivo e ne trae vantaggio, perché si affronta meglio la
componente della fatica, del lavoro estenuante in sala prova, dei
viaggi, delle attese... la convivenza tra opinioni è più libera,
per cui la musica può diventare un ulteriore motivo per coltivare un
rapporto umano e perpetuarlo nel tempo.
I sottosopra "2"
I
musicisti tendono ad avvicinarsi, a condividere esperienze, momenti
vissuti, punti di vista... è una questione di interessi comuni...
di
affinità elettive ...
...
esatto, se poi nasce anche un’amicizia, si crea davvero qualcosa di
straordinario. La musica può giustificare, consentire la nascita di
un' amicizia, ecco perché, difficoltà e sacrifici a parte, quello
del musicista è un mestiere privilegiato.
Come
valuti l’odierna situazione della musica italiana? Cos’è
cambiato rispetto ai tuoi esordi?
Quello
che noto oggigiorno, è che chi si avvicina alla musica, lo fa con
l’intento prioritario di avere successo, di guadagnare notorietà...
quando invece l’obiettivo principale dovrebbe essere innanzitutto
quello di imparare a farla, la musica... sia che si tratti di
imparare a suonare uno strumento, sia che si tratti del canto, della
composizione etc. etc. Se frequenti un qualsiasi social network, noti
che tutti spingono, scalpitano per la visibilità. Per carità
l’ambizione è fondamentale, specialmente per i giovani, in cui si
mischia agli ormoni... ma dietro la voglia di “sfondare” ci deve
essere innanzitutto l’intenzione di fare bella musica, di avere in
mano un disco bello e rappresentativo del proprio linguaggio e della
propria Arte. Bisogna essere prima di tutto appassionati. Quello che
deve succedere, se deve succedere, capita anche senza che si debba
andare a bussare costantemente a tutte le porte. Forse per un
cantante il discorso è leggermente diverso, nel senso che un
cantante, un frontman ha più bisogno di avere un riscontro nel
pubblico, un feedback da parte di chi c’è intorno, perché è il
suo ruolo a richiederlo e prevederlo maggiormente... sicché per
quanto concerne il canto la bravura e il talento vanno di pari passo
con la capacità di comunicare, ma per un bassista, o un batterista,
la voglia di apparire, di fare una figura migliore degli altri... a
volte può essere inutile e anche un po’ triste. E’ inevitabile
che torni indietro nel tempo e faccia paragoni con l’atteggiamento
che invece contraddistingueva, nell’ingresso nel mondo della
musica, i miei coetanei... A noi importava prima di tutto ricercare e
proporre bei suoni, fatti bene, pensati, e il confronto con gli
altri, col mondo esterno, era funzionale a questo, ad avere la
conferma che si era sulla giusta strada, che si aveva raggiunto un
progresso... adesso invece quello che un giovane musicista
implicitamente ti dice è : “ascolta quanto sono bravo”...
la
cultura dell’apparire...
proprio
così, quando invece il presupposto dell’Arte è l’essere, non
l’apparire. E questo oggi è ancora più essenziale, poiché la
società, la diffusione dei reality, la presunta facilità di accesso
al mondo dell’Arte... hanno fatto passare il concetto errato che
tutti abbiamo una possibilità, che tutti siamo nel diritto di dire
qualcosa e di esprimerci in campo artistico, anche senza avere alcuna
qualità o talento... ecco perché ciò che si è, quello che si ha
dentro e che si è coltivato con lo studio sono l’unica alternativa
possibile alla mediocrità... sono l’unico strumento con cui far
fronte alla cultura dell’apparenza. Non nasciamo tutti Pirandello,
sarebbe bello, ma non è così. E se tu fai credere il contrario a
un’intera generazione di ragazzi, poi sarà ancora più dura
spiegar loro che le cose stanno diversamente, che ci siamo sbagliati
e che non tutti possono essere novelli Pirandello.
Bisognerebbe
lasciare la passione alla passione. Se da questa poi scaturisce la
notorietà, ben venga... ma si può far musica, Arte, offrire al
pubblico un mestiere, anche rimanendo nelle retrovie, senza la smania
di arrivare.
E’
un po’ il concetto dei quindici minuti di notorietà, che Wahrol
sosteneva potessero essere, nel futuro, appannaggio di noi tutti...
il problema è che oggi la gente non si accontenta più di quindici
minuti... ma vuole ben di più...
Ci
si può esprimere in molti modi, in molti più modi rispetto al
passato, è la forma dell’espressione che è stata sminuita nel
tempo, cosa ne pensi?
Già.
Ma la colpa non è di chi si esprime o vuole esprimersi in musica, in
Arte. La colpa è di che ha in mano il potere, di chi fa un cattivo
uso degli strumenti che consentono a un artista di esprimersi... e la
cosa è deleteria nei confronti di chi magari ha più talento e più
cose da dire rispetto a qualcun' altro, ma è meno capace di
sgomitare. Si rischia di togliere al mondo la possibilità di
scoprire un vero artista. L’arte deve essere innanzitutto una forma
di espressione, punto. Non deve essere una forma di commercio, o
meglio, la diffusione commerciale deve essere secondaria e
subordinata rispetto all’artisticità di una persona e dei valori
che esprime. I numeri sono importanti, ma non lo saranno mai di più
rispetto al concetto di espressione, poiché avremo sempre bisogno di
leggere libri, di ascoltare canzoni... di affidarci a chi magari
condivide le nostre stesse emozioni, ma è capace o più capace di
tradurle sulla carta, sul pentagramma, di fare Arte... insomma.
Ad
un giovane, o a tuo figlio che ti dice “io vorrei fare musica,
vorrei intraprendere lo stesso percorso che hai fatto tu”, che
consiglio senti di poter offrire?
Non
ho molti consigli da dare, sai? Forse suggerirei di studiare la
teoria, specialmente all’inizio... però sai, l’arte è un
concetto talmente soggettivo e talmente inafferrabile, che un
consiglio dato sulla scorta di quella che è stata la mia esperienza
personale e soggettiva, rischierebbe di bloccare o compromettere il
futuro, lo sviluppo artistico di chi magari con la sua individualità
è destinato a cambiare, a sconvolgere quello che c’è stato prima
(esagero un po’...). Io posso parlare della mia esperienza, di
quello che ho imparato dai miei errori, che può magari
implicitamente far capire ad un esordiente come funzionano certi
meccanismi, ma, ripeto, il percorso di ciascuno è estremamente
personale.
Ma
tu diresti, al giovane in questione, a tuo figlio, di proseguire per
questa strada, di “buttarsi”?
Si...
esattamente come hanno fatto con me i miei genitori, i miei maestri,
che non mi hanno mai dato veti e mi hanno sempre lasciato libero
anche di sbagliare. Io credo che il lavoro grosso che noi “grandi”
dovremmo fare per insegnare qualcosa ai giovani, sia a livello
culturale; a livello musicale credo che ciascuno sia il miglior
insegnante di se stesso. E’ nell’ambito della mentalità e
dell’approccio alle cose che chi ha più esperienza è in grado di
lasciare un insegnamento. Bisogna leggere e conoscere il più
possibile, per avere a disposizione quante più parole si riesca a
trovare per esprimere un sentimento o un concetto... bisogna
ascoltare quanta più musica possibile, conoscere e frequentare
musicisti e artisti di ogni genere, ma questo va fatto anche prima di
prendere in mano uno strumento. Tecnica, specie all' inizio, ma
soprattutto tanta, tantissima curiosità, voglia di conoscenza.
Ecco,
questo è forse l’unico vero consiglio che porta ai risultati...
Grazie
con Al Jarreau al Festival di San Remo 2012
domenica 1 luglio 2012
giovedì 21 giugno 2012
Le nostre interviste - PINO DI PIETRO
Quando e come è nato
il tuo rapporto artistico e personale con la Corale Valla e Francesco
Mocchi?
E’ nato allorché Luigi
Fiore, il mio amico batterista che per molti anni ha collaborato con
me ed Enrico Ruggeri, mi ha parlato di questo progetto gospel
ventilando una collaborazione. Siccome sono sempre stato affascinato
dal sound, dagli arrangiamenti, dalle meravigliose e magiche voci che
creano questo fantastico paesaggio sonoro, non ho esitato neanche un
secondo dinnanzi alla prospettiva di una collaborazione.
Ho conosciuto Francesco
Mocchi e c’è stata subito una grande intesa professionale ed
umana, che ovviamente poi è sfociata in amicizia!
Che legame hai con il
mondo del Gospel? Vi è solo un'implicazione artistica, musicale, o
anche spirituale?
Possiamo parlare,
principalmente, di un’implicazione artistico- musicale. Per quanto
riguarda la spiritualità, ho intrecciato con tale concetto un
rapporto molto personale, frutto di una continua ricerca che
abbraccia molte filosofie.
Però trovo che il
messaggio del Gospel sia l’amore universale e questa è l’unica
cosa che conta, quindi se posso contribuire a regalare amore, gioia,
speranza e un infinità di altre emozioni positive con la musica...
sono felicissimo.
Come valuti
musicalmente il Gospel della Corale, che coniuga elementi
tradizionali con sonorità più specifiche di altri generi come il
funk?
Mi piace molto il
progetto musicale anche perché Francesco è aperto all’idea di
mescolare molte sonorità apparentemente lontane dal gospel,
ottenendo un suono particolare e sicuramente singolare soprattutto
per quanto riguarda il panorama gospel italiano. In più adoro
moltissimo il funk.
Su alcuni siti
internet sei considerato un esponente della "musica cristiana".
Che importanza riveste e ha rivestito le fede nella tua vita
artistica?
La fede, la spiritualità,
la ricerca interiore sono alla base della mia ricerca artistica e
della mia musica! Trovo che soltanto lavorando interiormente si
possano raggiungere alti scopi con l’arte e non solo.
Ciò che ritengo di
primaria importanza nella musica, sia raggiungere il cuore degli
ascoltatori, creando speranza, gioia, divertimento, inducendo alla
contemplazione della bellezza della natura e dell’universo,
insomma... emozionare.
Io amo gli artisti che
sanno emozionare e che anche con pochissime note sono capaci di
aprirmi il cuore, sono convinto che chi riesce a fare questo sia
oltre la matematica musicale o l’esecuzione portata all’estreme
conseguenze, solo chi è veramente capace di provare un grande amore
per la musica può trasmettere attraverso di essa le emozioni che poi
rimangono impresse nella trama vibrazionale che la compone.
Pianista, tastierista,
compositore, arrangiatore... qual'è il ruolo in cui la tua
personalità artistica si esprime meglio?
Mi piace moltissimo
comporre, adoro la sensazione che provo nel farlo e le fortissime
emozioni che vivo.
Ultimamente ho composto
la colonna sonora del film "Poker Generation", il che si è
rilevato un lavoro veramente molto impegnativo, ma stimolante e
capace di farmi capire ancora di più che amo moltissimo
quest’arte.
Adoro anche arrangiare,
mi piace molto poter avere la possibilità di personalizzare un
brano, una composizione.
Trovo veramente
meraviglioso sapere che le persone apprezzano le mie composizioni, e
tale sensazione, per quanto mi riguarda, è molto più appagante
dell'idea di essere apprezzato solo come interprete.
Suonare dal vivo, poi, è
bellissimo, soprattutto quando hai la possibilità di suonare con
grandiosi musicisti da cui è possibile imparare molto.
Certamente il "live"
ha quella peculiarità che tocca marginalmente altri frangenti
dell'universo musicale, ovvero l’estemporaneità,
l’improvvisazione, concetti che ti fanno sentire l’energia della
musica che scorre senza limiti.
Come ti sei accostato
al mondo della musica?
Mi sono avvicinato alla
musica da bambino, a sei anni, con la chitarra classica. Studiavo
chitarra e nel frattempo anche pianoforte, perché mia sorella lo
studiava ed essendo uno strumento già presente in casa, è stato
facile per me iniziare ad esplorarlo.
Quali sono quelle che
consideri le tappe salienti della tua avventura musicale?
Penso che ogni esperienza
che ho avuto mi abbia arricchito musicalmente e umanamente. Di certo
dal punto di vista musicale le tappe più importanti le ho vissute
allorché ho iniziato a collaborare con artisti famosi, in tour e in
studio.
Mi sono ritrovato in
contesti veramente stimolanti e ho dovuto imparare velocemente molte
cose, è stato molto impegnativo ma ha sicuramente sviluppato in me
grandi cambiamenti.
Ringrazio tutte le
persone che mi hanno dato la possibilità di collaborare e di
imparare moltissimo non solo musicalmente.
Hai collaborato con
Ron, Enrico Ruggeri, Andrea Mirò... che cosa hanno significato
questi incontri, sia sul piano professionale sia sul versante umano?
La collaborazione con
questi grandi artisti è stata determinante per la mia crescita
professionale, e non solo. A livello professionale queste esperienze
mi hanno arricchito moltissimo, più di quanto potessi immaginare,
come tastierista- programmatore, come pianista, insomma come
musicista a tutto tondo.
In più ho avuto la
possibilità di conoscere grandi personalità dell musica con le
quali collaboro tutt’ora.
Anche l’aspetto umano è
stato pregno di significato e di stimoli, dal momento in cui ho
imparato molto da ciascuna di queste persone nell'ambito di un
ambiente estremamente amichevole oltre che formativo.
La mia esperienza più
lunga è stata quella con Enrico Ruggeri, ho fatto parte della sua
band per dieci anni.
Ho praticamente vissuto
in viaggio per tutti questi anni, ho conosciuto moltissime persone,
ho visto moltissimi luoghi è stata una esperienza umana
fondamentale.
Esiste, per un
musicista, un traguardo ultimo, un punto d'arrivo?
No! Nel momento in cui
pensi di essere “arrivato”... sei finito!! Ma questo vale in
tutte le discipline e in tutti gli ambiti della vita.
C’è solo un costante
sguardo verso vette più alte (sempre se lo vuoi). Mi piacciono le
persone umili che lavorano sodo e parlano poco.
Di solito dove ci sono
troppe parole sotto sotto ci sono pochi fatti...
C'è qualcosa che
ancora manca alla tua lunga carriera? Qualcosa di nuovo che vorresti
sperimentare?
Un mio sogno era quello
di poter scrivere una colonna sonora per un film, sono riuscito a
realizzarlo.
E’ stata una grande
esperienza, mi sono approcciato alla cosa con grande umiltà e, non
lo nascondo, anche con timore, essendo stato il primo lavoro in
questo mondo molto affascinante e stimolante.
Nel momento in cui fai un
lavoro di questo tipo avverti anche il peso di una grande
responsabilità, perché la musica ha una funzione estremamente
importante in ambito cinematografico, segna la personalità di
un film e contribuisce più di quanto si possa pensare al risultato
finale del progetto. Grandi ed eccelsi compositori si sono avvicinati
a questo mondo regalando stupende pagine di musica cinematografica.
Sono molte le cose che
vorrei ancora fare, comunque... ciò su cui sto sperimentando e
implementando il mio impegno, in un'ottica di rinnovamento costante,
è la composizione.
Come valuti la
situazione della musica oggi, in Italia?
Hai una domanda di
riserva? Hahah
Lasciamo perdere. Diciamo
che la musica l’abbiamo quasi inventata noi, eppure siamo quelli
che non la sanno valorizzare e rispettare.
Questo paese è intriso
di arte e secondo me dovremmo valorizzare il nostro patrimonio
artistico.
Non parliamo poi delle
novità.. ti porto un esempio: ho, tra i vari progetti, una band con
cui faccio un genere un po’ particolare.; abbiamo spedito materiale
alle varie etichette in Italia, tutte ci hanno dato risposte negative
ad una lavoro giudicato "lontano" dalle produzioni
nostrane; lo stesso materiale è stato poi inviato a etichette
americane ed inglesi... e abbiamo avuto un’ accoglienza fantastica.
Dopo anni abbiamo iniziato ad avere fans in Italia che pensavano
fossimo americani!!!
Siamo esterofili su tutti
i fronti, ma per quanto riguarda la nostra musica siamo conservatori.
Ovviamente sto parlando
del gusto e della tendenza della "massa", non parlo dei
musicisti che sperimentano strade diverse.
Qui si continua ad
ascoltare lo stesso tipo di musica. Molte grosse produzioni italiane
fanno lo stesso genere musicale, presentano lo stesso "prodotto"
da trent'anni, con miglioramenti e grande professionalità, ma è
sempre e solo la stessa "roba"...
E poi trovo scandaloso
che si continuino a produrre artisti che copiano spudoratamente altri
artisti stranieri. Poche idee e completamente copiate.
Si è alla ricerca del
successo immediato e veloce, ma le cose migliori si costruiscono
lentamente, con devozione e pazienza, non si può gettare la spugna
dopo pochissimo tempo, così non si arriverà da nessuna parte.
Il più grande
insegnamento, la più grande lezione che la musica ti ha lasciato?
Ho iniziato a suonare
perché, essendo molto timido, era ed è il mio miglior modo per
comunicare. Ho imparato molto dalla musica, che mi ha fatto gioire,
piangere, sognare, in poche parole mi ha fatto e mi fa sentire vivo.
In più ho avuto grazie
ad essa la possibilità di conoscere molte persone, gli strumenti e
le possibilità per vincere questa mia timidezza. La musica è stata
la mia più grande maestra di vita...
Grazie
mp
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