sabato 8 ottobre 2011

Jam Burrasca - Blues House

...e fu così che veniamo invitati ad esibirci nel contesto di una manifestazione arrivata ad un certo tot di edizioni in quel di Milano presso un locale per musica dal vivo (uno dei pochi rimasti, ad onor suo) che si chiama Blues House, in Via Sant'Uguzzone 26...strada che esiste solo per il 50 per cento dei navigatori satellitari (probabilmente era un presagio).

C'è sempre una storia alle spalle di qualsiasi esibizione della Corale Valla. 

E la storia nasce dalla mia volontà di inserire "Soleado", nella versione con testo in inglese, "When a Child is Born" nel repertorio natalizio della Corale. Conoscendo l'Autore, lo contatto, per dirglielo e chiedergli una informale autorizzazione a riarrangiare il brano, per poterlo eseguire live nei concerti.  
L'Autore rilancia e mi dice che sta per nascere un nuovo progetto attorno alla formazione originale che portò al successo il brano negli anni 70; invita la Corale alla Jam Burrasca del 7 ottobre (ieri n.d.r.), chiedendomi di impostare l'arrangiamento mio per il brano, che poi l'avrebbe "passato" ai musicisti del gruppo, per eseguirlo in quella occasione.

Arrangiamento scritto, il coro impara in due prove due brani (anche un altro brano in italiano sempre della stessa formazione), stampate parti, fatte sequenze....tutto il possibile...e anche di più...e poi arriviamo al 6 ottobre.

Ed è a questo punto che cominciano ad aggirarsi i primi nefasti presagi, che elenco in modo sintetico, perché questo post, lungi dal voler scatenare una polemica, lo sto scrivendo per far sì che chi lo legga capisca COME NON DEVE ESSERE TRATTATO UN ARTISTA!

6 ottobre, ore 16:00.
Mi viene detto di contattare Franco Malgioglio, organizzatore della "Serata benefica a favore di EMERGENCY", il quale dopo una premessa di circa un quarto d'ora, in cui spiega a me, dottore commercialista, i problemi fiscali che nascono in SIAE, se ci sono troppi "non paganti"...chissà perché sapevo dove volesse andare a parare, ma l'ho lasciato parlare...succo del discorso: dovete pagarvi gli ingressi, se volete entrare perché io ho già da dare i pass agli accompagnatori degli altri e ai traduttori degli ospiti internazionali....(ehm n.d.r.)...però vi do lo stesso i pass da "Artisti"...
Non siamo Gli Harlem Gospel Singers, non siamo gli U2, non siamo neppure i Camaleonti (per citare un gruppo presente alla Jam Burrasca del 7 ottobre - e veramente sembrava non fosse passato neppure un mese dall'ultima volta che li ho sentiti a "Una rotonda sul mare" - n.d.r.), ma....scusami....lasciamo perdere il lavoro che c'è alle spalle di questa serata (vedi sopra), ma da quando in qua un artista paga per esibirsi? Ma siamo impazziti???? 

Qui ho dovuto fare una scelta...mandare a quel paese quella mandria di cariatidi e vanificare due settimane di scrittura di partiture, preparazione di un coro di venti e più  persone, prolungando sempre le prove di un'ora, per poter presentare tutto al meglio...oppure fare il SIGNORE, dire "Va bene non c'è problema!",  e metterli di tasca mia? Ho optato per la seconda...non me ne vogliano i lettori, che staranno facendosi il segno della croce leggendo questa frase. Aggiungiamo pure un detto popolare molto banale a tal proposito del genere: "Del senno di poi è pieno il mondo"

6 ottobre, ore 19:45.
Chiamo il locale per parlare con il fonico, dicendogli che, per agevolare il suo lavoro, ed avere un po' più di sicurezza che uscissero le voci del coro, avrei portato il mio mixer 32 canali, e i microfoni, mandandogli un left&right, al suo, in modo che non avesse sbatti.
Va bene, mi dice, ma arrivate presto, perché ci sono gli altri che fanno i suoni....

...ok, appuntamento alle 18:00 alla Blues House.

7 ottobre, ore 14:00.
Mi chiama il leader del gruppo che accompagniamo con il coro, dicendomi di levare le chitarre distorte dalle sequenze, perché altrimenti non riescono a seguirle...(ecchecazzo, se c'hai il batterista che non mette le cuffie e il tuo click è il charlie, ce credo...). No problem, tolgo le sequenze...

7 ottobre, ore 14:45.
"Scusa se ti richiamo, ma per le sequenze come ti sei organizzato?"
"Ah, è vero...non lo so, bisognerà parlare con il fonico, o con qualcuno...ci pensi tu?"
"Va bene...tanto poi proviamo, no? Facciamo il sound check..."
"No, io arrivo per le 21:30 se tutto va bene e anche gli altri...."

-.-'

Lascio a voi immaginare, alternativamente chi sono gli interlocutori.

7 ottobre, ore 16:30
18 microfoni, 18 aste, mixer 32 canali, borsone con cavi, borsone con materiale elettrico, stand vari, Keytar con jack radio...iPad con basi, Cd con basi, chiavetta con basi, cartucciera con basi (odio gli imprevisti e aveva capito che tirava una brutta aria). Due automobili per portare il tutto e partenza alla volta di Via Sant'Uguzzone 26...tempo di percorrenza 1 ora e 45 minuti...traffico milanese di venerdì alle 17:00...

7 ottobre, ore 18:15
Arrivo alla Blues House
Entriamo dal carico scarico merci.
"NO MA SCUSATE MA VOI CHI SIETE, PERCHE' SIETE ENTRATI DI LI'?"
"Buona sera, eh...noi siamo il coro gospel..."
"E QUINDI?"
"..."
"NO, SPIEGATEMI COSA VORRESTE FARE QUI!?!"
"(Ciccio, capisco che la tua vita probabilmente è un disastro, ma non addossarci le responsabilità dei tuoi drammi psichici)"
"DOVE VI METTO IO, DOVE VI METTO? CAZZO, QUESTE COSE SONO DA SAPERE PRIMA..."
"Mi scusi dico io (celandomi dietro la mia migliore faccia da personaggio accondiscendente), ma ho anche parlato con il vostro fonico, e comunque sono due settimane che si sa che ci saremmo stati..."
"STAI QUI CHE VADO A CHIAMARE IL MIO SOCIO"

[...]

Non voglio tediare i lettori con il resto delle interminabili ed inutili parole scaturite da questo colloquio, ma dopo circa 20 minuti di inutili ed incontestati bla bla sulle esigenze del locale e della serata, nonché essermi sorbito una digressione sui massimi sistemi, ci danno un angolino (da dove passavano tutti per depositare strumenti, appoggiare parti del corpo in ordine casuale, o semplicemente posizionarsi per intralciare il passaggio), in cui montare la nostra attrezzatura, con già i cavi per le mandate del mixer (Santo Fonico)...al che, penso di dire:
"Ma allora lo sapevate che saremmo venuti se ci sono i cavi già pronti"
Dall'altra parte il silenzio.....

7 ottobre, ore 19:30
Finito di montare l'impianto, i responsabili del locale ci forniscono nastro adesivo e penna per marcare i microfoni che non possono stare lì, e guardando di sbieco i monitor, che ci siamo portati da casa, ci dicono che non possiamo posizionarli perché intralciano...fai un po' te...sono 20 cantanti con 10 microfoni (inizialmente ne potevamo montare solo 7, poi c'è stata un trattativa serrata, per portarli a 10), non ci lasci mettere manco un monitor....
"NO, VI SENTITE DAL PALCO"

7 ottobre, ore 20:00
Sound check...ringrazio pubblicamente il fonico...SEI UN GRANDE!
Ci ha messi a nostro agio e ci ha permesso di fare il sound check con calma e per bene...peccato che l'abbiamo fatto da soli, perché i musicisti arrivavano alle 21:30........vabbè......tanto a che serve il soundcheck, con venti coristi, un cantante, una ritmica, una sezione fiati e un percussionista che ride?...

7 ottobre, ore 20:30
PIADINEEEEEEEEEE!!!!!! Il momento più bello della serata.

7 ottobre, ore 21:30
Rientro nel locale, e mi viene ricordato dal signor Malgioglio, che ci ha dato i pass, ma devo pagare 20 ingressi....................................................e 160 euro volano via...anche se, magnanimamente alla cassa mi offrono ben 3, dico 3 free drink...lascio immaginare al lettore in che parte anatomica di colui che me li ha dati come se si trattasse di oro bianco, avrei voluto inserirli.

7 ottobre, ore 22:00
Raccolti fuori dal locale, il coro conosce le persone con cui canterà più tardi...e, lecitamente qualcuno del coro, pur non essendo un musicista mi chiede...ma scusa...i suoni? Si sa...sono abituati ad assistere ad interminabili sound check ai nostri concerti...e  volte neppure bastano...quindi non farli lascia un po' straniti...

7 ottobre, ore 22:45
Dopo esserci sorbiti i deliri di una cariatide che vive di ricordi e soffre di logorrea fulminante, adorata da una folta schiera di over 60, ci posizioniamo, dopo aver discusso animatamente con il pubblico, che si è dovuto arretrare di un metro e mezzo, per permetterci di piazzare i microfoni per il coro...già mi chiedevo con 300 persone presenti, cosa cambiasse per l'organizzatore dell'evento darci i 20 pass gratuiti...e soprattutto visto che EMERGENCY, a cui la sera avrebbe dovuto essere devoluta, era presente con uno stand FUORI DAL LOCALE....

...e ora comincia il delirio...non voglio scendere nel particolare, perché le premesse di cui sopra sarebbero sufficienti a stroncare anche un musicista che suona - nei metrò - un clarinetto tenuto insieme con della corda da fieno...ma:
- il solista non aveva un microfono, perché se l'erano presi i fiati...su un palco 5 x 3 con 4 fiati in un ambiente chiuso, cosa li vuoi i microfoni a fare...bisognerebbe rieducare certi musicisti: STEP 1) FAI LE NOTE CHE LEGGI; STEP 2) VAI A TEMPO; 3) FORSE TI DO UN MICROFONO, MA LE PRIME VOLTE SAR' IRRIMEDIABILMENTE SPENTO.
- al solista è stato dato un radio, che si usava per parlare, non equalizzato e non in spia.
- ah, l'avessero presentato...magari nome e cognome...
- il coro - pur sapendo che i miei ragazzi sono in grado di farsi sentire anche in mezzo ad un cantiere - era inesistente...anche perché, senza soundcheck, te voglio vedè, a far uscire le voci...
- [omissisis]

Posso ANCHE soprassedere su aspetti emozionali, emotivi, limiti di qualsiasi genere, artistico ed umano, ma non posso permettere che il mio coro perda del tempo così...non mi va di vedere le persone che collaborano con me con le lacrime agli occhi, per la stizza e la rabbia, perché veniamo trattati come degli accessori che sono lì per caso...no, no, no, no!

Voglio essere sempre il responsabile di quello che mi succede attorno, e non spettatore impotente davanti a mancanze altrui, sulle quali non posso intervenire.

Detto questo...ora e per sempre...noi, la Corale Universitaria Lorenzo Valla, andiamo e andremo a cantare anche gratis (non pagando noi, questo sia chiaro), per fare beneficenza, per aiutare chi ha bisogno, e siamo in grado di stringerci anche in uno sgabuzzino, nelle condizioni più disagiate...ma questo non vuole dire che.....................................................lascio al lettore le conclusioni.